Un mestiere antico che in alcune grandi città è diventato perfino alla moda.
Esistono ancora i lustrascarpe? Sì. O forse sarebbe meglio dire che esistono di nuovo. Questo mestiere così antico in alcune grandi città non è mai scomparso. Anzi: sono diversi i casi in cui giovani intraprendenti si sono lanciati in questo tipo di attività un tempo riservato ai più poveri. A Napoli lo “sciuscià” (dall’inglese shoe-shine) era un mestiere molto diffuso nel periodo della seconda guerra mondiale ed è diventato famoso in tutto il mondo grazie all’omonimo film di Vittorio De Sica. I bambini lustravano le scarpe dei soldati americani e guadagnavano così qualche moneta per mangiare.
Diversa la situazione oggi a Londra, dove nella celebre galleria di Burlington Arcade, nella zona super chic di Picadilly, tra gioiellerie e negozi di abbigliamento e scarpe, si può vedere ogni mattina un lustrascarpe al lavoro sulle calzature di elegantissimi uomini d’affari.
Idem a New York, dove di lustrascarpe se ne trovano diversi sia per strada sia nelle botteghe, anche se un tempo erano loro ad andare negli uffici dei business-men che si facevano lustrare scarpe da mille o duemila dollari mentre al telefono facevano affari con Parigi e Hong Kong. Altri tempi? Forse. Ma il mestiere del lustrascarpe sembra destinato a non morire.
Nelle grandi città mediorientali come Istanbul è frequente vedere qualche simpatico vecchietto che agli angoli delle strade più trafficate offre i suoi servizi a chi vuole vedere le proprie scarpe pulite e scintillanti. E il lustrascarpe non è raro anche in alcuni aeroporti o hotel orientali.