Il lusso è uno di quei settori che tiene sempre nonostante la crisi. E le scarpe di lusso non fanno eccezione. Le più apprezzate sono sempre le italiane e il made in Italy regna sovrano, nonostante alcuni rischi
Italia patria della moda e del design, ma anche dell’artigianato, delle eccellenze nelle piccole-medie imprese, spesso a conduzione famigliare, vere e proprie riserve di qualità e tradizione, ma anche innovazione. Il settore delle scarpe è ai vertici del Made in Italy. In ogni parte del mondo le scarpe italiane sono tra le più ambite. I dati ci dicono che è proprio il settore delle scarpe di lusso a trainare il made in Italy nel mondo, recentemente soprattutto in Cina e Stati Uniti.
Non solo i grandi e affermati brand della moda, ma anche i piccoli designer, le piccole aziende dove si realizzano scarpe su misura e dove la qualità è sempre al primo posto, attirano quelle che nel mercato generale appaiono come nicchie, ma si tratta in realtà di milioni e milioni di persone benestanti – se non veri e propri ricchi – che comprano calzature di qualità e non badano ai prezzi. Gucci, Prada, Ferragamo, Loriblu, Tod’s, ma anche Santoni, Zanotti, Fratelli Rossetti, Magnanni, Serafini e molti altri brand italiani.
Le scarpe lusso firmate made in Italy insomma regnano nel settore delle scarpe e più in generale in quello della moda e del design. Ma allo stesso tempo questo prezioso patrimonio di conoscenza, tradizione, economia e innovazione è esposto a rischi di vario tipo.
Oltre alla merce contraffatta, è sempre presente anche il rischio che dove ci sia scritto “made in Italy” si nascondano in realtà aziende che hanno spostato gli stabilimenti all’estero. La legge 166 del 2009 impone criteri molto rigidi e rigorosi su questo tema. Il marchio Made in Italy può essere utilizzato solo ed esclusivamente se i prodotti sono stati interamente realizzati in Italia e non altrove.
Particolare attenzione alla parola “interamente” ribadita anche dalla sentenza della Corte di cassazione del gennaio scorso. Infatti si trattava di un caso in cui la scarpa veniva realizzato in Italia ma la tomaia cucita all’estero, e in quel caso non si può parlare di Made in Italy. Non è detto per forza che la qualità venga meno, ma semplicemente la dicitura “made in Italy” non è più corrispondente al vero.