Che tipo di tacco è il tacco gattino e come si abbina? Vediamo esempi e foto dei “kitten heels”, resi celebri dall’iconica Audrey Hepburn
In inglese si chiamano kitten heels, in italiano vengono detti “tacchi gattino”, anche se la traduzione più esatta sarebbe “da gattina”, nel senso di “da ragazzina”: tacchi adatti a un look fresco, nati per abituarsi gradualmente alle altezze del diventare donna, o per giocare con leggerezza con la propria immagine comunicando un’eleganza discreta e spensierata.
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Negli anni Cinquanta e Sessanta i tacchi gattino furono lanciati e presero piede soprattutto grazie al legame con la bellissima attrice Audrey Hepburn, che sapeva farne un accessorio in più per valorizzare la sua naturale eleganza.
Il tacco gattino è il tacco medio
Tecnicamente con la definizione “tacco gattino” si intende il tacco medio, precisamente fra 3,5 e 4,75 centimetri, e in genere si associa l’immagine a una scarpa graziosa e femminile, elegante ma non vamp, un po’ rétro-bon ton, che sia da giorno o da sera.
Per la sua stessa natura in genere il kitten heel non è “pesante”, ma aereo e sottile, curvo e dalla linea un po’ sfuggente. Gli stilisti di oggi (da Jimmy Choo a Dolce & Gabbana) lo declinano in molti modi.
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L’associazione quasi imprescindibile è fra tacco gattino e punta stretta. Ciò può significare tinta unita pastello (Louboutin), nero classico ma anche fantasie estrose e decori d’effetto, come nel caso di Herrera.
La stagione 2015 in particolare ha portato sulle passerelle il tacco gattino montato sotto a stivaletti bianchi (Diesel) o anche stivali di maggiore impatto (Almeida), ingentiliti e resi meno aggressivi proprio da quel tacchetto adorabile.
Diesel tenta un approccio più deciso con una forma a cono sotto al decoro a cerniera, rock ma non troppo. Coach raccoglie la stessa atmosfera scegliendo un effetto metallico.
Come si portano?
Difficile sbagliare. Funzionano perfettamente con i pantaloni a sigaretta (meglio non con quelli larghi), con gli abiti lunghi, con le mini, con tutto. È preferibile evitare però le gonne a metà polpaccio, per scongiurare l’effetto vecchia zia.
Sono assolutamente ideali per una cerimonia di giorno, con un romantico abito da cocktail.
Secondo il modello della scarpa, si adattano a chi è longilinea e ha la gamba sottile ma – specie se associati alla citata classica punta – valorizzano efficacemente la falcata di chi ha la caviglia un po’ grossa e il polpaccio forte, perché creano una curva dietro al tallone che slancia la figura.
Si portano con il piede nudo o con le calze. Saint Laurent gioca sull’effetto “bambina cresciuta” e sulla passerella ne ha suggerito l’accostamento con dei calzini glitterati.
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