I piedi sono spesso trascurati, invece è importante dedicare a loro molta attenzione, cominciando dalla giovane età . Proprio i primi anni di vita sono fondamentali per la corretta funzionalità del piede. Ecco qualche consiglio.
Il piede piatto nei bambini
Il piede pronato vago, in gergo piede piatto, è un abbassamento dell’arcata plantare interno. Solitamente il piede piatto è fisiologico fino a tre anni e nel corso della crescita si forma la volta plantare, solamente all’età di 10-12 anni si può considerare il piede completamente formato. Se a questa età il piede è ancora piatto si può correggere con un intervento chirurgico. Prima di questa età , sempre su consiglio di un ortopedico, vi sono diversi modi per migliorare il piede piatto.
Soluzioni e rimedi per il piede piatto
I plantari aiutano la formazione dei piedi, ma non sono una garanzia di risoluzione del problema; così come gli esercizi fisici come stare in punta di piedi e muovere l’alluce. In cosa consiste l’intervento chirurgico? Si tratta di inserire una vite nel calcagno a livello del seno del tarso, questo inserimento impedisce l’eccessiva rotazione interna dell’articolazione e il conseguente appiattimento della volta plantare.
L’intervento chirurgico
L’intervento chirurgico si esegue in anestesia locale, attraverso una millimetrica incisione cutanea appena sotto la sporgenza del malleolo si inserisce il perno metallico da avvitare nel calcagno. Non servono gessi e il giorno stesso il bambino può tornare a casa, appoggiare il piede il giorno successivo e dopo circa una settimana riprendere la sua normale vita sociale.
Questo tipo di intervento si può eseguire verso gli 8-10 anni, rimuovendo poi la vite a sviluppo scheletrico ultimato. Il piede corretto dalla vite durante il periodo della crescita conserva la posizione voluta senza bisogno di ulteriori accorgimenti. Nell’adulto, invece, questo risultato non è garantito e di norma il perno metallico non viene rimosso.
Plantari? A volte inutili, spesso la guarigione è spontanea
Il piede è come un arco: ben curvo se la corda che lo tende ha la giusta tensione. In realtà nel piede il gioco di tensione è molto più complesso. Il suo profilo anatomico, infatti, è il risultato del contributo di molti tendini e legamenti tesi sotto e sopra il piede. Un fine bilanciamento che deve garantire la giusta rigidità e forma durante le normali attività . Nei bambini il piede può risultare troppo appiattito o troppo accentuato, con il risultato che in ogni caso il piede soffre. Da qui le preoccupazioni dei genitori, le visite specialistiche, il ricorso ai plantari, alla fisioterapia e ai controlli radiografici.
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Va però detto che la maggior parte dei piedini piatti dai tre ai cinque anni di età migliora in modo spontaneo: i tessuti del piede diventano meno cedevoli e più capaci di sostenere il peso del corpo. E’ anche bene sapere che i plantari non eliminano il difetto del piede, lo correggono solo quando vengono calzati. In pratica distribuiscono il peso in modo fisiologico e alleggeriscono il carico nel punto sofferente, ma una volta dismessi il piede riacquista all’istante la sua forma e con essa il suo difetto, proprio come un paio di occhiali da vista.
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In ogni caso è necessario il consulto con un ortopedico che consiglierà se è il caso di indossare i plantari. La correzione con i plantari giusti, infatti, annulla le potenziali conseguenze negative che i piedi piatti e cavi hanno su tendini, caviglie e ginocchia.
Conseguenze negative del piede piatto e cavo
Sono diverse le conseguenze negative di questi difetti di appoggio del piede. Il piede piatto può aumentare il rischio di artrosi, soprattutto in corrispondenza del ginocchio e predisporre all’alluce valgo, mentre il piede cavo può portare ad avere le dita a martello, a ricorrenti infiammazioni del tendine di Achille e della fascia plantare. I problemi poi peggiorano con lo sport. Il consiglio più spicciolo? Fate indossare i plantari, sempre su consiglio medico, ai bambini durante l’attività sportiva.