Daniele Tucci, marchio marchigiano di scarpe da donna, noto per le tradizionali scarpe intrecciate. Esportano in Belgio, Germania, America e Cina e vedono il made in Italy a rischio. Ma c’è chi si sa adattare a questi cambiamenti. Ne abbiamo parlato con l’amministratore delegato della società proprietaria del marchio.
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Il futuro parte dalla tradizione. E’ il caso anche di Daniele Tucci Calzature, storico marchio di calzature da donna oggi di proprietà di Dea Group, con sede nelle Marche. Questa regione è uno dei cuori pulsanti della tradizione delle scarpe Made in Italy. Ed è proprio di questo che parliamo con Giacomo De Angelis, amministratore della Dea Group S.r.l.: crisi economica, import selvaggio, ma anche di quale sia il presente/futuro del Made in Italy soprattutto nel settore delle scarpe.
Come sta il mercato italiano delle scarpe? Ha risentito della crisi?
Il mercato italiano delle scarpe ha fortemente risentito della crisi, come la maggior parte dei settori produttivi. Attualmente noi come azienda abbiamo tagliato più del 90% dei nostri clienti italiani dettaglianti, sia perché qualcuno ha cessato l’attività , ma anche perché la crisi ha portato i nostri clienti ad acquistare calzature a basso prezzo non di origine nazionale, o come diciamo noi del settore, scarpe Italianizzate, ovvero prodotte all’estero e fatte passare per calzature italiane con stratagemmi concessi dalle leggi nazionale o europee.
Il nostro governo non ha mai pesato di proteggere il prodotto interno, permettendo un import selvaggio senza controllo.Il problema della crisi è la chiusura delle aziende e questo comporta purtroppo la perdita del “mestiere” componente fondamentale per il nostro made in Italy sinonimo di qualità riconosciuto in tutto il mondo.
Tuttavia le nostre aziende italiane calzaturiere e non, almeno quelle superstiti, si stanno adattando ai cambiamenti, seguendo le nuove logiche del mercato che è sempre più rivolto alla ricerca dei feedback positivi da parte degli utenti finali.
Italia a parte, in quali mercati internazionali avete più clienti?
I nostri mercati di riferimento attualmente sono il Belgio e la Germania, ma stiamo avendo ottimi riscontri positivi anche dall’America e dalla Cina.
Le scarpe italiane si caratterizzano per il lavoro artigianale che rende ogni modello unico. Nel vostro caso un esempio è quello delle scarpe intrecciate a mano. Come sono nati questi modelli? Che tipo di clientela attirano?
L’intreccio a mano fa parte di una delle tradizioni delle nostre colline marchigiane. La nostra azienda accortasi di questa risorsa nel lontano 1974 ha adattato questo tipo di lavorazione totalmente manuale (che all’origine veniva usata per la creazione di ceste in vimini) per la creazione di calzature d’eccellenza uniche e perfettamente irripetibili. Una delle caratteristiche delle scarpe intrecciate a mano è la capacità di adattarsi più di qualsiasi altra calzatura al piede che le calza. Grazie al calore del piede le trame dell’intreccio si ammorbidiscono e rendono le calzature intrecciate più capaci di altre ad adattarsi ai piedi che le indossano rendendole personalizzate.
La clientela che abbiamo è una clientela esigente, amante della moda ma anche della cultura e della tradizione che le nostre scarpe rappresentano e soprattutto una clientela che non rinuncia alla comodità e alla qualità di una calzatura rappresentativa del Made in Italy.
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Quanto è importante l’abilità nella realizzazione del prodotto e quanto la comunicazione e la vendita del prodotto?
L’abilità nella realizzazione di un prodotto fa parte del “mestiere “di cui parlavo alla domanda precedente. L’esperienza è un elemento essenziale per il superamento di limiti e la costante ricerca del prodotto d’eccellenza e di nuove ingegnose metodologie di lavorazione porta all’innovazione, sono queste le caratteristiche secondo me che contraddistinguono la nostra azienda e le aziende che perseguono l’obbiettivo dell’alta qualità Made in Italy.
Grazie alla conoscenza del nostro mestiere abbiamo avuto in questi anni l’opportunità di prestare le nostre maestranze ad alcune grandi realtà del mondo della moda, se posso citarne alcune: Dondup, Fendi e Giorgio Armani. Questa per Noi è un occasione di confronto con le grandi case della moda per farci capire meglio a che livello qualitativo e di “abilità “ siamo arrivati.
La comunicazione è l’animo del commercio. Possiamo essere bravi ma se non sappiamo comunicarlo non vendiamo, Il nostro obbiettivo è quello di istruire la clientela al riconoscimento di una calzatura o un prodotto di qualità . Cerchiamo di comunicare le nostre conoscenze per portare il nostro cliente alla certezza che le scarpe italiane che produciamo è senza alcun dubbio un prodotto di alta qualità made in Italy e che rappresenta passione, tradizione, storia e cultura di un territorio.
Qual è il presente/futuro del Made in Italy?
Attualmente il nostro made in Italy in Italia non viene in alcun modo tutelato e questo fatto crea confusione nel cliente sulla credibilità del vero made in Italy e sul rapporto quanta sia vera la qualità rispetto al prezzo. All’estero credo ci sia una maggior consapevolezza e percezione della qualità Italiana ed è per questo motivo che le aziende italiane, quelle ancora rimaste, sopravvivono. Grazie ai nuovi social media, grazie al web, la comunicazione di informazioni sono più semplici veloci e alla portata di tutti e con un’ottima forma di comunicazione dovremmo riuscire a rafforzare il nostro brand “Made in Italy” una risorsa essenziale per lo sviluppo del nostro territorio.