Il piede equino è una grave malformazione che però trattata adeguatamente fin dai primi giorni di vita può essere risolta in oltre il 90% dei casi. Vediamo le cause, le cure e la terapia.
Il piede equino è una deformazione piuttosto grave che può rendere anche impossibile la deambulazione e in cui la parte anteriore del piede è rivolta in modo eccessivo verso il basso. Spesso la conformazione del piede è irregolare, troppo piatta o all’opposto troppo arcuata (è il caso del piede cavo). In tutti i casi di figura irregolare i carichi di tutto lo scheletro, della muscolatura, del corpo in generale, vanno a pesare in modo scorretto sui piedi, generando numerose problematiche. Chi soffre di piede equino ad esempio tende a camminare “sulle punte”, ha l’avampiede cadente e il tallone che rimane sollevato, con la zona posteriore della pianta non allineata con gambe e ginocchia.
Piede equino: quali sono le cause
Il piede equino è un disturbo congenito, si presenta cioè fin dalla nascita e quindi è facilmente riconoscibile e può essere corretto intervenendo precocemente e in modo professionale. Solitamente – come detto – è associato al varismo (il non corretto allineamento tra gli assi dei segmenti scheletrici contigui). Ma l’equinismo può essere anche acquisito e seguire a una poliomielite anteriore.
L’equinismo congenito probabilmente ha cause genetiche, i muscoli esterni delle gambe sono più deboli di quelli interni generando un disequilibrio con conseguente allineamento scorretto del piede.
I sintomi associati al piede equino sono spesso dolorosi, con presenza anche di ulcerazioni nella parte anteriore, più sollecitata e che sfrega maggiormente con le calzature.
Se si interviene subito, per il piede equino c’è una cura
Sul piede equino si interviene da subito, fin dai primi mesi di vita. Il neonato è seguito da uno staff di professionisti che valutano anche l’intervento chirurgico e programmano sedute di fisioterapia.
Vedi anche: Alluce valgo, le scarpe adatte
Spesso si applica la metodologia di Ponseti che consiste in una microincisione sul tendine d’Achille che è eseguita dopo una serie di interventi di gessatura finalizzati a correggere la deformazione e rendere al minimo aggressivo l’intervento chirurgico. La correzione raggiunta poi si mantiene tramite tutori che si portano fino ai 3-4 anni circa.
Come funziona la cura
Più nello specifico: prima della tenetomia si procede con una media di sei gessature che progressivamente sistemano la posizione del piede (in ogni ciclo il gesso si tiene per circa una settimana) e fanno adattare articolazioni e legamenti alla nuova posizione. La tenetomia seziona trasversalmente il tendine consentendo al calcagno di scendere verso il basso e alla punta del piede di tornare in alto, sistemando l’equinismo. A seguire si dovrà portare ulteriormente il gesso per una ventina di giorni per permettere al tendine di guarire completamente.
Rischio di recidiva del piede equino
Terminato questo periodo c’è la necessità di evitare la recidiva dell’equinismo: quindi il piccolo dovrà portare un tutore (ce ne sono di diversa tipologia, sarà l’ortopedico a consigliare quello più adatto) che consta in due scarpe connesse da una barra. Il tutore mantiene la posizione costruita con la correzione eseguita. I tutori arrivano appena sopra la caviglia e dunque non “bloccano” i ginocchi. Gli ortopedici costruiscono un percorso per cui da un primo momento (il primo trimestre) in cui il tutore si porterà per quasi tutto il giorno, si arriverà progressivamente a tenerlo solo durante il riposo notturno, mantenendolo fino ai 4 anni di età circa e risolvendo in modo praticamente totale il problema.
Vedi anche: Artrosi ai piedi, come si riconosce e come si cura
Con la metodologie di Ponseti si raggiunge un successo pari a circa il 90-95% dei casi, ovviamente ci si deve rivolgere a professionisti ortopedici e ad istituti ortopedici di chiara fama e seguire in modo costante il protocollo di “consolidamento” post operatorio tramite tutore.
In qualche raro caso la procedura è ostacolata da malformazioni delle ossa: esistono piedi con conformazioni più complicate, con fusioni tra le ossa che possono diventare un impedimento alla correzione con questa tecnica.