I tacchi alti sono belli, ma portarli quali conseguenze ha sulla nostra schiena? Fanno male? Sì, e non solo alla schiena. Ma questo non vuol dire doverci rinunciare. Ecco come prevenire i problemi.
Che effetto hanno i tacchi alti sulla schiena? In passerella sfilano scarpe di tutte le forme con tacchi a spillo, alti, bassi, sagomati. I tacchi alti piacciono alla maggior parte delle donne, slanciano la gamba, rendono la camminata sexy e in un certo senso aumentano l’autostima. Ma come in ogni cosa c’è il rovescio della medaglia: i tacchi alti fanno davvero male alla salute e in particolare alla schiena? Dare una risposta definitiva non è facile, ci sono diverse valutazioni dal punto di vista pratico, tanto che su questo argomento sono state fatte diverse ricerche scientifiche.
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Un gruppo di ricercatori della Harvard Medical School di Boston aveva dimostrato come i tacchi alti, anche se larghi, causino lo stesso danni alle ginocchia come i tacchi a spillo. Un studio recente della Stanford University negli Stati Uniti è giunto alla conclusione che indossare tacchi superiore ai 7 centimetri può favorire l’artrosi causata da un assottigliamento della cartilagine che riveste le articolazioni. I risultati hanno dimostrato che più il tacco è alto maggiore sono i danni provocati, visto che l’andatura ne risente fino a modificare il movimento del ginocchio.
Cautela è la parola d’ordine. Il trucco è alternare scarpe
Questo non significa che bisogna rinunciare del tutto ai tacchi alti. Portare uno stiletto di 7-8 centimetri per periodi brevi non comporta alcun rischio. Anche perché l’organismo nel momento in cui è in una situazione di eccesso di stress, con il baricentro del corpo in avanti (un tacco di otto centimetri produce un’inclinazione innaturale in avanti di circa 45 gradi), comunica il suo disagio con il dolore. Per evitare il problema il trucco è alternare i diversi modelli e le diverse altezze, ad esempio tacchi alti e tacchi medi.
Un tacco di 5 centimetri permette di camminare senza stancarsi, uno di 3 centimetri è l’altezza ideale perché permette di compiere qualsiasi movimento, anche ballare. E le zeppe? Possono essere un’alternativa per chi vuole guadagnare qualche centimetro in altezza. In questo caso il carico del peso viene distribuito meglio su tutto il piede, ma questo vale solo se la suola elastica. La maggior parte delle scarpe ha la scuola rigida, il piede non riesce a compiere il movimento corretto e di conseguenza il peso non si estende su tutta la pianta, ma solo su alcuni punti come succede con i tacchi a spillo.
Conseguenze pericolose se indossate sempre i tacchi
Per camminare con un buon equilibrio, la regola vuole che il peso del corpo sia distribuito sul piede in modo simmetrico: il 50% sul tallone e il 50% sulla parte anteriore. Questa proporzione viene rispettata fino a che si indossano tacchi alti massimo 3 centimetri. Se il tacco è di 4 centimetri il peso si sposta in avanti del 60%, se di 8 centimetri, invece, del 90 per cento. In questo caso, ossa e articolazioni dell’avampiede sono sottoposte a un grande sforzo.
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Se si indossano sempre scarpe con i tacchi alti si rischia l’infiammazione del metatarso, la metatarsalgia, un dolore intenso sotto la pianta; aumenta lo stress all’altezza del ginocchio facilitando l’artrosi, soprattutto se si è in sovrappeso, ed è facile procurarsi lesioni alle caviglie, microtraumi e storte. Non solo, in soggetti predisposti le scarpe con il tacco alto e magari strette in punta, molto di tendenza adesso, favoriscono l’alluce valgo, un’alterazione dell’articolazione dove il primo dito tende ad andare verso le altre dita causando così una modifica alla forma complessiva del piede e una difficoltà a camminare.