Che scarpe sono più adatte per chi soffre di sciatica e per prevenirla? Vediamo sintomi, cause e rimedi di questo problema e un po’ di consigli su quale attività fisica è meglio fare. Ma soprattutto qualche consiglio sulla scelta delle scarpe (ad esempio: meglio alte o basse?).
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Quella che comunemente chiamiamo sciatica è in realtà nota in linguaggio medico come sciatalgia. Si tratta di un disturbo abbastanza comune, che spesso si ripresenta e che va trattato con molta attenzione.
Sciatica, scarpe basse o alte?
Quali sono le scarpe adatte per sciatica (leggasi: per “evitarla” e per tentare di ridurne i sintomi)? Meglio escludere calzature con il tacco eccessivamente alto che porta il corpo ad avere una posizione che “spinge” posteriormente e in generale può aumentare la pressione sulla parte bassa della schiena e la zona lombare.
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Sono preferibili scarpe basse ma non a “suola piatta”. Ad esempio sneakers con suola eccessivamente sottile vanno evitate, in generale la scarpa deve essere confortevole e portarci ad avere una camminata il più possibile naturale senza incidere nella postura.
Chiedete consiglio al medico
Per gli sportivi che fanno running o mtb e soffrono/hanno sofferto di sciatalgia o lombosciatalgia: evitare il fai da te e ricorrere al consiglio di un professionista (ortopedico, podologo, rivenditore specializzato) che sa valutare postura, camminata ecc.
Chi pratica mountain bike, in particolare se è abituato a sentieri molto sconnessi e impegnativi, è meglio che ascolti il consiglio del suo medico perché più che scarpe da mtb dovrà trovare un compromesso rispetto all’attività che sta facendo, per ridurre al minimo le sollecitazioni. Nuoto e camminata lenta sono in generale preferibili, se il medico dà l’ok anche la bici va bene ma su terreni pianeggianti e a fondo uniforme e compatto.
Quando si ricomincia a stare bene si potrà poi reintrodurre gradualmente i tracciati con più asperità.
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Come mi accorgo di avere la sciatica? Vediamo i sintomi
La sintomatologia della sciatica è contraddistinta da un forte dolore quasi sempre monolaterale, cioè che interessa solo un lato del corpo. Solitamente parte dalla parte posteriore della gamba, arrivando anche al polpaccio e irradiandosi verso l’anca e la parte inferiore della schiena e la zona lombare o in basso fino al piede e in qualche caso persino fino all’alluce.
Possono esserci anche sintomi “secondari” come formicolio e difficoltà a muovere le dita dei piedi.
Le cause della sciatica
Questo quadro di sintomi può essere legato a differenti cause e un approfondimento medico è necessario per valutare correttamente qual è l’origine che ha prodotto i sintomi dolorosi.
La sciatalgia può nascere a causa di una compressione che viene esercitata su uno dei cinque nervi spinali-lombari o da una loro infiammazione. La causa può essere anche un’ernia discale prodotta dal disco che esce dalla sua sede e “tocca” la radice del nervo.
L’artrosi e in generale alterazioni delle vertebre possono produrre ernie che a loro volta sollecitano i nervi con il conseguente dolore percepito.
Sciatica in gravidanza
Altro momento “critico” può essere quello della fase del puerperio: l’utero ingrossandosi va a premere proprio sul nervo sciatico ma anche il peso del feto arrivato agli ultimi mesi produce affaticamento muscolare e compressione delle vertebre e anche una postura errata che aggrava il quadro complessivo.
Restando alla postura: è la stessa ragione per cui chi fa certi lavori (come ad esempio i muratori) e resta per molte ore piegato o in posizioni innaturali ha più facilità a sviluppare compressioni del nervo sciatico (con i relativi dolori).
Vedi anche: Fascite plantare, come curarla e le scarpe consigliate
Cura della sciatica
Bisogna distinguere tra il semplice intervento sul sintomo, e in questo caso si ricorre ad antinfiammatori, antidolorifici o miorilassanti, e intervento sulle cause.
Se la sciatica è prodotta da un’ernia si deve intervenire su di essa, in prima battuta con cicli di cortisone allo scopo di “disidratare” il disco stesso rimuovendo parte della compressione e riducendo così l’infiammazione radicolare. Se il problema persiste può essere necessario operare chirurgicamente.
La fisioterapia, gli esercizi mirati, la perdita di peso, la pratica sportiva non invasiva (nuoto o comunque un’attività prevalentemente aerobica a bassa intensità) servono a diminuire la possibilità di recrudescenza del fastidio.
Ovviamente la diagnosi e la terapia sono a totale appannaggio dei medici e degli specialisti così come qualsiasi intervento di fisioterapia o di altra natura.
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